venerdì 23 novembre 2012

IL SOGNO DEI NUMERI

Disegno con pastelli su carta



Una volta un bambino che andava a scuola e che non amava la matematica, su un compito che aveva fatto senza averci capito nulla, prese per voto un grosso tondo zero. La maestra inoltre lo rimproverò anche perché non si applicava.
Il bambino tornò a casa molto triste, ma la famiglia non ci fece caso.
Si sentiva uno zero.
La sera si mise a dormire dispiaciuto di come era andata la giornata.
Sognò molto quella notte.
Un sogno molto lungo.
Si trovava in una città strana, gli abitanti erano numeri, a una, a due, a tre, a quattro cifre e così via. Per strada s’incontravano solo unità, decine, centinaia, migliaia, etc.
Camminavano, correvano, correvano anche in bicicletta e alcuni prendevano perfino l’autobus. Ma tutti quanti facevano le operazioni.
Non facevano altro.
Ogni tanto si mettevano in colonna, comandati dai segni delle operazioni. E guai a loro se si sbagliavano i risultati: gli uguali diventavano tutti rossi, ma rossi accesi accesi e si mettevano a strillare, che tutti i numeri scappavano a cercare quello giusto per il risultato che doveva venire.
Per strada era pieno di segni che aspettavano i numeri.
Il bambino era frastornato da tutto questo affannarsi in questa città così strana.
Alcuni numeri aveva provato a interrogarli, ma non lo avevano sentito.
Poi venne apostrofato da un meno che voleva fare un’operazione : gli chiese che numero fosse. Il bambino che sapeva di non essere un numero, stava per dirglielo, ma poi si ricordò del voto che aveva preso e rispose che era uno zero.
La sottrazione tutta contenta gridò forte, rivolta all’uguale che, disperato era tempo che stava cercando uno zero e non riusciva a trovarlo in tutta la città piena di numeri, che l’aveva trovato!
Subito dissero a lui: ”Che aspetti a metterti in colonna?” “Dai! Sbrigati! Così finiamo l’operazione!”
Lui che si sentiva che non contava nulla, ebbe la sensazione di contare per quei numeri che senza di lui non potevano terminare la loro operazione.

Quando la mattina si svegliò, si sentii più rincuorato per il bel sogno che aveva fatto  e andò a scuola.
Al compito che fece quella mattina, i numeri non gli erano più estranei e i risultati non erano più così difficili da trovare.
La maestra gli diede un bell’otto con una faccia tonda tonda e sorridente.


(dalla raccolta "Racconti sui palmi delle mani"- di Bruno Mattu op.edita sui blog www.raccontisuipalmidellemani.blogspot.com e www.storiesonthepalmsofhands.blogspot.com - per gentile concessione dell'autore )

1 commento:

  1. Ecco dove l'avevo letta e commentata....

    Che bello averla ritrovata. Complimenti a Bruno. sei molto bravo a scrivere, e poi
    questo racconto ed il disegno sono molto simpatici ed istruttivi. sia per i bambini che per noi grandicelli col cuore e l'ingenuità d0animo di bimbo che infondo infondo abbiamo sempre.

    Ciao Bravissimo Complimenti a te.
    Ciao Anna Maria

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