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Disegno con pastelli su carta |
Una volta un
bambino che andava a scuola e che non amava la matematica, su un compito che
aveva fatto senza averci capito nulla, prese per voto un grosso tondo zero. La
maestra inoltre lo rimproverò anche perché non si applicava.
Il bambino tornò a
casa molto triste, ma la famiglia non ci fece caso.
Si sentiva uno
zero.
La sera si mise a
dormire dispiaciuto di come era andata la giornata.
Sognò molto quella
notte.
Un sogno molto
lungo.
Si trovava in una
città strana, gli abitanti erano numeri, a una, a due, a tre, a quattro cifre e
così via. Per strada s’incontravano solo unità, decine, centinaia, migliaia,
etc.
Camminavano,
correvano, correvano anche in bicicletta e alcuni prendevano perfino l’autobus.
Ma tutti quanti facevano le operazioni.
Non facevano altro.
Ogni tanto si
mettevano in colonna, comandati dai segni delle operazioni. E guai a loro se si
sbagliavano i risultati: gli uguali diventavano tutti rossi, ma rossi accesi
accesi e si mettevano a strillare, che tutti i numeri scappavano a cercare
quello giusto per il risultato che doveva venire.
Per strada era
pieno di segni che aspettavano i numeri.
Il bambino era
frastornato da tutto questo affannarsi in questa città così strana.
Alcuni numeri aveva
provato a interrogarli, ma non lo avevano sentito.
Poi venne
apostrofato da un meno che voleva fare un’operazione : gli chiese che numero
fosse. Il bambino che sapeva di non essere un numero, stava per dirglielo, ma
poi si ricordò del voto che aveva preso e rispose che era uno zero.
La sottrazione
tutta contenta gridò forte, rivolta all’uguale che, disperato era tempo che
stava cercando uno zero e non riusciva a trovarlo in tutta la città piena di
numeri, che l’aveva trovato!
Subito dissero a
lui: ”Che aspetti a metterti in colonna?” “Dai! Sbrigati! Così finiamo l’operazione!”
Lui che si sentiva
che non contava nulla, ebbe la sensazione di contare per quei numeri che senza
di lui non potevano terminare la loro operazione.
Quando la mattina
si svegliò, si sentii più rincuorato per il bel sogno che aveva fatto e andò a scuola.
Al compito che fece
quella mattina, i numeri non gli erano più estranei e i risultati non erano più
così difficili da trovare.
La maestra gli
diede un bell’otto con una faccia tonda tonda e sorridente.
(dalla raccolta "Racconti sui palmi delle mani"- di Bruno Mattu op.edita sui blog www.raccontisuipalmidellemani.blogspot.com e www.storiesonthepalmsofhands.blogspot.com - per gentile concessione dell'autore )